marzo 12, 2014

REVIEW - THE WOLF OF WALL STREET

Scorsese ha fatto una cosa molto interessante, ovvero, un film di tre ore in chiave pubblicità. Quello che fa Jordan nel film lo fa esattamente Scorsese in queste tre ore. La domanda è: cosa pubblicizza questo film?
L'American Dream, ricco di ironia. Quando nel finale si toglie tutto lo charme e la bellezza estetica c'è proprio la tristezza. Scompare la patina pubblicitaria e rimane semplicemente la voglia di arrivismo (American Dream) Scorsese è un italo-americano e chi più di lui può sapere cosa vuol dire "trovare l'America". Jordan Belfort è esistito veramente, e ha anche scritto un libro, nel 2007 Di Caprio ne era letteralmente ossessionato e voleva fare la sua parte. Prende molto spunto dalla storia effettivamente vissuta di Jordan e lo sceneggiatore Terence Winter è riuscito a dare alla vita sregolata anche un ritmo irregolare della sceneggiatura e lo stesso succede per la regia. Si cambia continuamente ritmo e tono, e quello che potrebbe essere semplicemente "Oddio non capisco niente" diventa qualcosa che lo tiene incollato allo schermo per tre ore. Nell'immaginario cinematografico, Wall Street, vuol dire poche cose: auto, soldi, sesso e droga.
Cosa fa Scorsese? Prende tutti gli stereotipi, proprio come fa la pubblicità, li mischia e li fa diventare grotteschi, però consapevolmente. Egli ha preso molto dalla pubblicità e il film stesso va letto sotto quell'ottica. Non a caso è proprio una pubblicità che aprirà il film e Jordan viene arrestato mentre sta girando una pubblicità. Il ruolo della pubblicità è quello che fa Di Caprio durante tutto il film. Armani era un brand fondamentale all'epoca tra gli anni '80 e '90 tra gli yuppies perché c'era veramente il power-dressing, ovvero, il modo in cui ti vestivi era più importante del ruolo sociale che svolgevi. All'epoca andavano molto i vestiti eleganti ma allo stesso tempo molto comodi e questo lo vediamo con Di Caprio. In tutto il film le figure femminili sono altamente marginali. Il film è stato appellato come volgare, anche perché ci sono un serie infinita di nudi, dei quali potevamo farne a meno, però diciamo che è così che funziona la pubblicità, no?
Jordan stesso è il perfetto personaggio della pubblicità, il ragazzo venuto dal nulla che riesce nella realizzazione del sogno americano. La domanda a questo punto è: e dopo? Intendo dopo aver realizzato il tuo sogno. E questo è quello che deve decidere di fare Jordan, se autodenunciarsi alla polizia, tenersi parte dei soldi, ma lasciare la società oppure tenersela e mantenere il suo ruolo di manipolatore e di potere. Lui sceglie quest'ultima. Jordan ama la scalata più che l'arrivo stesso, ama il potere e soprattutto ama la manipolazione perché è l'unico metodo di seduzione che vediamo nel film. Per assurdo, l'unica donna che vediamo sedurre Jordan è la sua collega broker. Noi non vediamo mai Jordan che riesce a sedurre una donna, sono loro che gli cadono ai piedi. Loro che seducono lui, come la moglie. Inizialmente, infatti, la scena della seduzione, con quella che sarà poi la futura moglie, non sarebbe dovuta essere con lei nuda, ma semplicemente in accappatoio. In realtà questo cambiamento è fondamentale perché lei e il suo corpo, la sua bellezza, è l'unica carta che ha da giocare con Jordan, e non ha nessun'altro tipo di potere. Ovviamente la sfida, non essendoci nell'ambito sessuale deve riversarsi altrove, e dove se non nel lavoro? Le sequenze dell'ufficio sembrano dei riti dionisiaci, flusso frenetico di avvenimenti, libertà incontrollata e sono letteralmente dal sapore orgiastico, però Scorsese che è molto intelligente riesce a contestualizzare tutto ciò alla figura che ha attualmente nell'Occidente, e soprattutto in America e in Europa, la figura dell'uomo bianco etero che praticamente è la figura privilegiata di qualsiasi marchio e pubblicità. L'ufficio conta pochissime donne broker e quando devono fare dei regali per innalzare i regali dei dipendenti, questi rituali assumono un clima molto particolare, quasi dittatoriale, che mettono al centro della pista un fenomeno da baraccone da deridere e guardare, un po' come succede con il lancio dei nani, oppure ancora la tizia che si fa rasare i capelli per soldi per poi rifarsi le tette. Vedendo tutte queste cose io ho collegato lo spirito di Jordan con lo spirito dionisiaco teorizzato da Nietzsche e così ho il concetto di volontà di potenza, che si allinea così perfettamente con l'American Dream. Oppure il principio di individuazione, che consiste nell'annullamento delle categorie civili, morali, ecc...
Il personaggio di Jordan è ben delineato all'interno di una fascia temporale, ma allo stesso tempo Scorsese riesce a toglierlo da questa gabbia per renderlo un personaggio dagli istinti ancestrali, infatti per quasi tutto il film, Jordan è alla ricerca di un desiderio che è pre-razionale e solo alla fine del film Jordan attuerà questo desiderio in modo accettabile per la società, ma per la prima parte del film vediamo un personaggio che non sembra quasi lui stesso un fautore degli eventi. Apparte il giovedì nero, si parla di sconfinata fortuna per lui, come se gli avvenimenti avvenissero per cause ed effetti a lui estranei.



Lo vogliamo dare un Oscar a Di Caprio? Una delle prove più belle sono i suoi discorsi motivazionali che hanno veramente un qualcosa di consapevolmente grottesco ma non posso che risvegliare dei ricordi che sono molti brutti, e sono leggibili facilmente come i discorsi dittatoriali alle proprie truppe. I costumi e le scenografie fanno un lavoro favoloso, il mondo vuoto, privo di qualsiasi stimolo, che ha Jordan, viene reso vivace. Riescono a nascondere tutti i lati brutti e visivamente orribili degli anni '80/'90 per renderli desiderabili ai giorni nostri. Ora vi dirò una cosa che vi farà venire voglia di rivedere il film per controllare, il direttore della fotografia, Rodrigo Prieto, ha usato una cosa che io adoro quando accade: ha usato delle lenti diverse a seconda del momento in cui si trova Jordan, quando lui era lucido ha usato delle lenti piatte, per le scene in cui Jordan era fatto ha usato delle lenti anamorfiche che distorcono leggermente quello che vediamo, per quando Jordan è tenuto d'occhio dall'F.B.I. ha usato delle lenti con la focale lunga così da dare proprio l'idea che Jordan fosse spiato. Ci sono state delle scene reali in cui quello che vediamo sullo schermo, le reazioni degli attori sono reali, per esempio quando sono alla festa e Di Caprio vede per la prima volta quella che sarà la sua futura moglio c'è Donnie che si masturba e noi vediamo sullo schermo un pene che è una protesi finta, però nessuno degli attori sapeva che lui avrebbe avuto una protesi finta, quindi la sorpresa che vediamo sullo schermo è reale e lo stesso quando Brad da un pugno in faccia a Donnie, glielo ha dato realmente e causa della botta gli si è rotto un pezzo di una protesi dentale. Questo film è assolutamente oltre; la maggior parte di questo film è stata improvvisata dagli attori che Scorsese incoraggiava a improvvisare, per esempio quella scena in cui Leonardo Di Caprio prende il Lemon (quella droga super potente) e deve entrare in macchina iniziando dai piedi è stata improvvisata tutta sul momento il giorno stesso. Insomma guadatelo!