marzo 13, 2014

REVIEW - GRAVITY

Alfonso Cuarón nei suoi film fa praticamente tutto, li scrive li dirige e li monta. Nel 2007 ha buttato dentro anche il figlio Jonás nello scrivere sceneggiature, che ha scritto anche quella di Gravity. E diciamolo pure: questo film ha molti aspetti positivi, ma la sceneggiatura non è per nulla tra questi. Una delle cose interessanti di questo film è l'aspetto registico, soprattutto nella prima parte del film ci sono quelle riprese vorticose che ricordano molto i videogiochi e la simulazione virtuale, una cosa che nel cinema non è mai stata sperimentata più di tanto, soprattutto con il 3D. A inizio film la prospettiva cambia continuamente e per questo motivo lo spettatore ha questa sensazione di fluttuare e perde continuamente la prospettiva che provoca uno stato d'ansia che è molto aderente allo stato d'animo del personaggio e quindi crea subito immedesimazione. Questi film offre tantissimi spunti positivi e nuovi però, secondo la mia opinione, sono stati troppi perché in seguito risulteranno poco sviluppati. Cuarón dice che insieme alla Bullock, si sono preparati per mesi per moderare la respirazione e quindi per controllarla, però anche l'ultimo dei corsi di recitazione inizia proprio dalla respirazione, dal diaframma appunto, e quindi non so quanto questa cosa sia vera. In questo film si è puntato molto sull'audio, che però secondo me non è ancora abbastanza, perché i rumori metallici che sente lo spettatore hanno veramente un ruolo importante. Fattore positivo che negativo è la suspense del film, infatti il film è pieno di suspense però allo stesso modo è pieno di ripetizioni che lo rendono noioso. Avrebbe dovuto mantenere l'atmosfera molto più claustrofobica così da mantener vivo sia l'animo dello spettatore e sia lo status di suspense, stare con il fiato sospeso. A me la sceneggiatura non è piaciuta, dialoghi poco avvincenti e noiosi e dettagli/riferimenti che possono piacere soltanto a chi è un appassionato di missioni spaziali. Una cosa che non mi è piaciuta della sceneggiatura è stata la costruzione del personaggio in cui, George Clooney fa George Clooney e Sandra Bullock fa Sandra Bullock, rispettivamente il mattacchione dal cuore d'oro (tipo lo spot della Nespresso, per intenderci) e la donna che si controlla e che un po' si sminuisce. Purtroppo il film non ci consente di comprendere il loro carattere e le loro emozioni se non tramite delle cose banali, la storia biografica triste, la risata, la lacrima. Questi personaggi hanno delle caratteristiche perfette per un videogioco ma non per un film. Cuarón ha detto che il film parla di una "rinascita" (anche un po' troppo esplicita per i miei gusti).




Durante il film assistiamo a due rinascite, quella di Sandra Bullock, che dopo la morte della figlia si era lasciata andare, ovvero far rinascere la sua forza di volontà. Dall'altra parte, che è quella che io ho trovato più interessante, riviviamo la nascita dell'universo. Il cambiamento è repentino, subito dopo essere arrivata all'altra navicella, Ryan, diventa da cagnolino impaurito a persona tutta d'un pezzo. Se la prima Ryan sopravviveva abbandonandosi alla corrente e niente di più, la seconda Ryan, vorrà tentare a tutti i costi di farcela e lì c'è proprio una scena-chiave, quando arriva nella prima navicella, dove si toglie la tuta, si mette in posizione fetale e vediamo i cavi che simulano un cordone ombelicale. Inoltre l'illuminazione ricorda un po' quella del bambino all'interno dell'utero. La scena è bella, però non è simbolica, nel senso che Cuarón ha detto troppo esplicitamente allo spettatore che Ryan stava per avere un momento di rinascita. Questo livello così esplicito toglie un po' l'importanza del significato, nonostante sia una scena molto bella. L'altro livello di rinascita è molto più interessante perché è meno esplicito, da quando Ryan tenta a tutti i costi di ritornare sulla terra, c'è praticamente un'esplosione, che potrebbe essere un Big Bang simbolico. Ryan arriva sulla terra, quasi come un asteroide, e non a caso arriva nell'acqua, proprio perché le prime forme di vita sono nate proprio nell'acqua. La sceneggiatura ha dei vuoti, dei buchi immensi, riempiti con cose che non hanno assolutamente alcun motivo di essere lì, poiché non ci danno niente in più. Sandra Bullock riesce a reggere tutto il film, anche se senza lode. Sarebbe stato bello se il pubblico fosse riuscito ad immedesimarsi in lei, ma non è stato così, anche perché non c'hanno dato proprio i dati per tentare di immedesimarci in lei. Cuarón si è concentrato sulla regia e ha lasciato nel dimenticatoio tantissime cose, che riempie con semplici cliché statunitensi (nonostante lui non sia statunitense). Per esempio, la reazione a catena, non a caso è stata provocata da un satellite russo. Qui accade che la Russia distrugge un suo satellite e non avvisa tutte le altre missioni, così da creare una Sindrome di Kessler (che è stata ipotizzata realmente nel '78 da uno scienziato). Una cosa assurda del film, che io non credevo, è che il film ha avuto tantissimi cambiamenti e tantissimi contrattempi perché le parti dei due protagonisti sono state praticamente richieste e date a mezza Hollywood, che le ha rifiutate. Per la parte di Sandra Bullock l'hanno chiesto prima a:


  1. Angelina Jolie
  2. Natalie Portman
  3. Rachel Weisz
  4. Naomi Watts
  5. Marion Cotillard
  6. Abbie Cornish
  7. Carey Mullingan
  8. Sienna Miller 
  9. Scarlett Johansson
  10. Blake Lively
  11. Rebecca Hall
  12. Olivia Wilde 
Anche per la parte di Matt hanno chiesto a mezza Hollywood e prima hanno contattato: 
  1. Robert Downey Jr
  2. Daniel Craig 
  3. Tom Cruise
  4. Tom Hanks
  5. Harrison Ford
  6. John Travolta
  7. Bruce Willis
  8. Russell Crowe
  9. Kevin Costner
  10. Denzel Washington
Cuarón per questo progetto è stato aiutato da James Cameron per gli effetti visivi, viste le sue esperienze con Avatar, ecc... Ha curato molto gli effetti realistici anche se secondo me non sono meravigliosi; ha fatto recitare gli attori in delle scatole illuminate, proprio per poi proiettare le luci adatte sul loro volto, però, in tutta sincerità, sembra anche finto. Per prepararsi al ruolo, Sandra Bullock ha parlato con un vero astronauta e si vociferava che la NASA desse delle pillole per suicidarsi in casi di emergenza, in realtà è stato appurato che probabilmente non è così, ma semplicemente tolgono l'ossigeno, come si vede nel film, e si tolgono la vita.