marzo 10, 2014

REVIEW - HER

 Il film è ambientato in un futuro molto tecnologico in cui c'è Theodore interpretato da Joaquin Phoenix, un uomo molto depresso che ha da poco perso un grande amore e come lavoro scrive lettere d'amore da parte di altre persone, ha degli amici ma allo stesso tempo non si apre molto con loro e così un bel giorno decide di comprare un sistema operativo che ha una propria individualità e così che conosce Samantha, che è un'assistente e che diverrà un amica, confidente e poi qualcosa di più. Spike Jonze è sceneggiatore e regista di questo film e man mano che ci stava lavorando si è tenuto in contatto con Joaquin Phoenix, non appena ha finito il copione subito glielo ha mandato e Joaquin era praticamente super entusiasto del suo personaggio.
Il film parla di una storia d'amore tra un essere umano e un computer che, per quanto sia assurdo, vedendo questo film, il fatto che Samantha sia semplicemente un computer sembra qualcosa di importante ma non di fondamentale, ciò avviene perché siamo letteralmente travolti dall'umanità della voce di Scarlett Johansson.
Il film dura circa 2 ore e lui praticamente è quasi sempre sul set da solo, infatti ha detto che c'è voluta molta concentrazione ed è stato un set un po' atipico con molte poche persone, proprio per dargli questa libertà.
Lui è stato veramente bravissimo perché sta sul set per tutto il tempo a parlare da solo e ci riesce perfettamente: lo nostra razionalità si sospende e veniamo trascinati all'interno del film.
Una delle cose più interessanti di questo film è il fatto che la tecnologia non sia il punto centrale. A Spike Jonze interessavano le dinamiche emozionali degli individui, ovvero come interagiscono due individui estranei all'interno di un rapporto d'amore. 
Cosa fa l'individuo quando si confronta con l'altro? 
Il personaggio di Samantha è favoloso, perché è un computer e potrebbe accedere a tutti i dati possibili (e quindi potrebbe sapere tutto) eppure, nonostante ciò non da mai risposte automatiche e proprio per tale motivo il suo personaggio ha un velo di umanità. Tutte le informazioni che possiede, le rielabora in maniera individuale e soprattutto sebbene sia un computer riesce ad emozionarsi quando scopre qualcosa di nuovo. Quella voglia di vivere era proprio qualcosa che era scomparsa dalla vita di Theodore dopo la separazione.
Spike Jonze riesce anche a far diventare credibile Samantha anche come persona perché è autonoma.
Sia Spike che Theodore si fanno delle domande molto interessanti riguardo il rapporto di coppia e nonostante sia molto dolce, questo film non cade mai nello smielato/banale.
Si domandano come sia possibile tra due individui, in una relazione, mantenere la propria libertà, la propria libertà di conoscere cose nuove e quindi inevitabilmente cambiare però allo stesso tempo non spaventando l'altra persona, non diventare dall'oggi al domani un estraneo per l'altro; ma anzi, arricchirlo con le proprie conoscenze. Questo film piace e coinvolge così tanto perché quella che si racconta di Samantha e di Theodore è una storia d'amore vecchio stile pero' contrastata con un impianto molto "futuribile".
E' una storia d'amore che sognano praticamente tutti. Entrambi cambiano in meglio grazie al loro rapporto, si mettono in discussione, si aprono al mondo, acquistano sicurezza delle proprie capacità però contemporaneamente lavorano sui propri difetti.
Il percorso che Jonze ha deciso di intraprendere è senza dubbio molto difficile e pieno di ostacoli, dove poteva molto facilmente cadere nel banale, nell'ovvio e nel clichè. 
L'ambiente futuristico insieme alla storia d'amore uomo-computer era veramente un campo minato. Il personaggio di Theodore è bello perché non è semplicemente uno sfigato, ma è chiuso per quanto riguarda le relazioni in prima persona però in contemporanea riesce a scrivere bellissime lettere d'amore per gli altri.


Così come per Theodore, anche per Samantha era facilissmo cadere nel cliché dell'intelligenza artificiale che abbiamo visto 3000 volte al cinema, la quale presenta più le caratteristiche di una persona che quelle di un sistema operativo, e se a questo uniamo la fantastica performace di Scarlett Johansson, fatichiamo a pensare che quella non sia un essere vivente. Il film è ambientato in una Los Angeles del futuro, gli esterni sono spesso stati girati a Shanghai; però la cosa che mi ha fatto veramente piacere ancora di più questo film sono stati i costumi e le scenografie. K.K. Barrett, che ha seguito le scenografie, ha fatto un lavoro fondamentale, e anche lui non è caduto nel "cliché del futuribile". Quando pensiamo al futuro, qualcuno pensa qualcosa di fantascientifico del tipo Alien/Matrix, ovvero strutture fatte di tubi con tante funzionalità e poca estetica, immaginiamo colori netti. Il futuro di K.K. Barrett è fantastico perché è una rielaborazione del passato però con un upgrade, o meglio, lo rielabora in uno stile molto morbido che è perfettamente a tema con l'idea e i sentimenti che esprime questo film, che parla di una storia d'amore, come ben sappiamo. Prestiamo attenzione ad esempio all'ufficio di Theodore oppure guardiamo il ristorante nel quale avviene l'incontro con Olivia Wilde? Ci sono linee sinuose che sembra quasi una rielaborazione tra liberty e architettura anni '60.
Lo stesso con una rielaborazione degli ambienti dal sapore puramente retrospettivo come le abitazioni.
Scenografia e costumi devono sempre seguire la stessa linea, infatti, Casey Storm ha fatto la stessa cosa: vediamo dei vestiti dai forti tagli retrò tra gli anni '50 e i '60, che sono coloratissimi e soprattutto hanno tutti i pantaloni a vita altissima. Anche gli esterni molto duri, per esempio gli esterni di Shanghai, che insomma non abbiamo mai visti come in questo film, sono molto addolciti da una fotografia che punta su una color correction dai toni pastello. Anche i personaggi sono tutti ideati secondo una precisa scelta cromatica.
Tutta la storia di Theodore e Samantha si svolge all'interno di una bolla comunicazionale.
Cos'è? 
Bolla comunicazionale: Concetto che definisce la condizione di chi, nello spazio pubblico, riproduce la propria sfera privata grazie a mezzi di comunicazione mobile come l’iPod o il telefono cellulare. E’ stato sviluppato da Patriche Flichy (1991).
Al giorno d'oggi la tecnologia è molto demonizzata soprattutto dai vecchi media e dalle persone molto più in là con gli anni e c'è una divisione tra: chi la demonizza e quindi crede sia un ostacolo alla socializzazione e chi invece dice "socializzano molto di più su internet".
Quest'argomento è stato molto sviscerato dalla comunicazione, ma a Spike Jonze frega poco di essere l'ennesima persona che dice cose scontate. Jonze nel film racconta come migliorano le persone grazie a quest'esperienza. I problemi relazionali sono senza tempo così come l'infelicità di una persona o le insicurezze della stessa, ed essendo questo tema così importante, proprio per questo risulta facile immedesimarsi nel film. E per assurdo questo mix tra futuro e retrospezione rende tutto molto contemporaneo.

P.S. Film da vedere assolutamente in lingua originale.